Ottobre 20, 2025

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Caffè alla napoletana: tradizione e sentimento


Il caffè alla napoletana è più di una preparazione: è un rito domestico fatto di attesa, profumi e piccoli gesti che trasformano una semplice estrazione in un momento di piacere consapevole. Nasce con la cuccumella, la classica caffettiera napoletana in metallo composta da due corpi e un filtro centrale, che si capovolge a metà procedura per lasciare all’acqua calda il tempo di attraversare il letto di caffè macinato. A differenza dell’espresso, che lavora ad alta pressione, e della moka, che spinge l’acqua dal basso verso l’alto con il vapore, la cuccumella estrae per percolazione gravitazionale: il risultato è una tazza più rotonda, fragrante e setosa, con una dolcezza naturale che mette in risalto le note di nocciola, cacao e pane tostato tipiche delle miscele di caffè tostate scure amate a Napoli.

    tazzina caffè napoletana

    Tazzina napoletana

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    Caffettiera Napoletana

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Macinatura del caffè alla napoletana

Per rispettare l’autenticità del metodo, la macinatura deve essere più larga di quella da la Moka in quanto non c’è nessuna pressione se non la gravità che aiuta l’estrazione. Una granulometria eccessivamente fine comprimerebbe il filtro, rallentando troppo il flusso e rendendo la bevanda amara; troppo grossa, invece, darebbe un caffè scarico e poco persistente. Il peso del caffè è cruciale: per una cuccumella da due tazze si lavora intorno ai 12–14 grammi, distribuendo la polvere in modo uniforme senza pressare. L’acqua va portata a un passo dal bollore: nel linguaggio dei baristi è l’acqua “a fremere”, intorno ai 92–94°C, temperatura che esalta gli aromi e limita l’estrazione dei composti più amari.

come si prepara il caffè alla napoletana

Gestualità e tradizione nel caffè alla napoletana

Il gesto che definisce il caffè alla napoletana è il capovolgimento. La tradizione napoletana prevede di partire con acqua a temperatura ambiente e riscaldare la caffettiera sul fuoco fino a quando un po’ di vapore o delle gocce di acqua fuoriescono dal forellino posto nella parte anteriore della caldaia. Le fasi successive sono utili per evitare il surriscaldamento del caffè “asciutto” nel filtro di metallo:

  • si riempie il serbatoio inferiore d’acqua calda,
  • si monta la cuccumella con il filtro colmo 
  • si attende un minuto per preriscaldare e saturare gli spazi;
  • poi si gira la caffettiera con un movimento deciso ma delicato.

A quel punto inizia la percolazione lenta, silenziosa, che regala quella texture vellutata e il profumo intenso che riempie la cucina. La tradizione vuole anche il “cuppetiello”, un piccolo cono di carta poggiato sul becco: serve a trattenere il calore e a convogliare gli aromi, proteggendo l’estrazione da correnti d’aria e dispersioni termiche. È un dettaglio semplice ma sorprendentemente efficace per migliorare la stabilità termica, fattore chiave nella qualità in tazza.

La miscela ideale privilegia miscele di caffè Arabica per finezza aromatica e caffè Robusta per corpo e cremosità naturale, con una tostatura scura ma pulita che sviluppa zuccheri caramellizzati senza arrivare a note bruciate. Una torrefazione ben eseguita in stile partenopeo dona un retrogusto lungo, cioccolatoso, perfetto anche per chi ama correggere con una goccia di latte o gustare il caffè a’rettura” leggermente più lungo. Se preferisci un profilo più morbido e meno amaro, scegli miscele a prevalenza Arabica brasiliana con componenti centroamericane: la cuccumella le farà esprimere una dolcezza equilibrata, con acidità contenuta e un corpo pieno.

La famosa cremina del caffè napoletano

Un capitolo a parte lo merita la celebre crema di zucchero napoletana, preparata emulsionando a mano zucchero con le prime gocce concentrate di caffè che esce dalla Moka, più concentrate rispetto al metodo napoletano. Si ottiene una crema lucida che addolcisce senza sovrastare, esaltando la sensazione tattile setosa tipica dell’estrazione lenta. Anche qui il tempo è l’ingrediente segreto: un minuto in più di attesa può fare la differenza nella coalescenza degli oli del caffè e nella loro adesione al palato.

La corretta manutenzione della cuccumella è essenziale per un gusto pulito. Il metallo deve essere ben asciugato per evitare ossidazioni, il filtro sciacquato con cura per eliminare residui di polvere che renderebbero la tazza sorda e amaricante, le guarnizioni controllate per garantire tenuta e costanza di flusso. Utilizzare un detergente come il PulyGrind Hopper ne garantirà una pulizia approfondita per un caffè a regola d’arte. Piccoli accorgimenti, come preriscaldare le tazzine o versare il caffè in due tempi per amalgamare al meglio gli strati, elevano ulteriormente la percezione aromatica.

Scegliere il caffè alla napoletana significa abbracciare un ritmo diverso, più lento e consapevole, in cui il gusto nasce dall’equilibrio tra temperatura, macinatura e tempo di contatto. È una tazza che parla di casa, di ospitalità e di cultura del caffè tramandata di generazione in generazione. Quando vuoi la sintesi perfetta tra intensità e morbidezza, tra complessità aromatica e piacere quotidiano, la cuccumella resta un’icona insuperata: un metodo semplice solo in apparenza, che premia chi cerca un caffè pieno, profumato e armonico, capace di raccontare Napoli ad ogni sorso.

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