Maggio 13, 2025

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Caffè Marocchino: storia, ricetta e curiosità di una coccola italiana


Una delle bevande di caffetteria che negli ultimi anni ha riscosso un successo sempre crescente, da Nord a Sud dell’Italia, è senza dubbio il Caffè Marocchino. Golosa, elegante e versatile, questa bevanda rappresenta un perfetto equilibrio tra la forza dell’espresso, la morbidezza del latte montato e l’aroma del cacao. Servita in un bicchierino di vetro che ne esalta le stratificazioni e il colore caldo e invitante, il marocchino è diventato un classico delle pause di metà mattina o dei pomeriggi rilassanti.

Cos’è il Caffè Marocchino?

Il Caffè Marocchino è una bevanda servita tipicamente in un bicchiere di vetro da circa 70-80 ml. È composto da tre elementi principali: una base di cacao amaro, un espresso intenso ottenuto da una miscela di caffè di qualità e un sottile strato di latte montato, simile a quello utilizzato per il cappuccino, ma in una quantità minore. Il tutto viene poi completato con un’ulteriore spolverata di cacao in superficie.

Il risultato è una bevanda dalla consistenza cremosa, dal gusto equilibrato e dall’aspetto invitante. La sua bellezza visiva, data dalla stratificazione degli ingredienti e dal contrasto cromatico tra caffè, latte e cacao, è uno dei motivi del suo successo anche sui social media e nei menù più curati delle caffetterie.

caffè marocchino

Le origini del Caffè Marocchino

Contrariamente a quanto il nome potrebbe suggerire, il Caffè Marocchino non ha alcun legame con il Marocco. Le sue origini sono italiane al 100% e risalgono agli anni ’50, nella città di Alessandria, in Piemonte. Si racconta che nel bar Carpano, situato proprio di fronte alla celebre fabbrica di cappelli Borsalino, venne servita per la prima volta questa bevanda.

Secondo la tradizione, il titolare della fabbrica, osservando un espresso macchiato con una spolverata di cacao servito in vetro, avrebbe esclamato: “Sembra un marocchino!”, riferendosi al cuoio marrone scuro utilizzato per il cinturino interno dei cappelli. Da quella battuta è nato il nome di una bevanda destinata a diventare uno dei simboli delle caffetterie italiane.

Un’eredità torinese: dal Bicerin al Marocchino

Il marocchino è solo l’ultimo discendente di una tradizione tutta piemontese legata alle bevande a base di caffè e cioccolato. Prima di lui c’era il celebre Bicerin, nato a Torino nel XVIII secolo, a sua volta derivato dalla più antica bavareisa, una bevanda servita nei caffè aristocratici composta da caffè, cioccolata calda e panna.

Il Bicerin veniva (e viene ancora oggi) servito in bicchieri trasparenti per esaltarne le stratificazioni e si presenta come una bevanda più ricca, più dolce e più corposa del marocchino. Quest’ultimo, al contrario, è una versione più snella, adatta a una pausa veloce, più concentrata e con una maggiore incidenza dell’espresso. Il marocchino rappresenta quindi un perfetto incontro tra tradizione torinese e il gusto moderno per il minimalismo e l’estetica.

Come si prepara il Caffè Marocchino

La preparazione del Caffè Marocchino richiede precisione e attenzione ai dettagli, soprattutto per ottenere la giusta stratificazione e una crema vellutata. Ecco come realizzarlo nel modo più tradizionale:

  1. Riscaldare un bicchierino in vetro con fondo spesso, preferibilmente da 70-80 ml, in modo che la bevanda mantenga la temperatura ideale durante il servizio.
  2. Cospargere il fondo con cacao amaro in polvere, creando la base del gusto e del colore.
  3. Estrarre un espresso singolo, preferibilmente utilizzando una miscela ben bilanciata o un caffè monorigine dalle note di cacao o cioccolato – come un caffè brasiliano naturale – per armonizzare i sapori.
  4. Montare il latte fino a ottenere una crema lucida e compatta, simile a quella del cappuccino ma in quantità inferiore. La microfoam deve essere fluida, priva di bolle grosse e lucente.
  5. Versare il latte montato sull’espresso, creando un leggero effetto stratificato.
  6. Completare con una seconda spolverata di cacao amaro in superficie, oppure con scaglie di cioccolato fondente per una variante più golosa.

La qualità degli ingredienti è fondamentale: un buon espresso, preferibilmente ottenuto da prodotti di qualità come uno specialty coffee, un cacao amaro di qualità e un latte ben montato fanno davvero la differenza nel risultato finale.

Varianti regionali e creatività al bar

Il marocchino, come molte ricette italiane, ha dato vita a numerose varianti regionali, che spesso assumono anche nomi diversi. In Puglia, ad esempio, questa bevanda è conosciuta come Espressino, mentre in Campania viene talvolta chiamata Vetrino, per via del bicchiere trasparente in cui viene servita.

Le varianti non riguardano solo il nome, ma anche gli ingredienti e le modalità di preparazione. Alcuni bar utilizzano cioccolata calda al posto del cacao amaro, altri arricchiscono il fondo del bicchiere con creme dolci come quella alla nocciola, al pistacchio, alla vaniglia o al caramello. In alcune versioni più creative, il latte viene montato a freddo o sostituito da panna, rendendo il marocchino un vero e proprio dessert da caffetteria.

Queste reinterpretazioni permettono ai bar di personalizzare il proprio menù, offrendo varianti gourmet e stagionali in grado di attrarre nuovi clienti e aumentare lo scontrino medio, soprattutto nei momenti della giornata con minore affluenza.

Marocchino vs Mocha: le differenze

Il Marocchino viene spesso paragonato al Mocha, una delle bevande a base di caffè più diffuse nel mondo anglosassone. Sebbene condividano alcuni ingredienti, le differenze tra le due preparazioni sono sostanziali.

  • Il Mocha è solitamente più grande, con un volume che si avvicina a quello del cappuccino (circa 200-250 ml), mentre il marocchino è una bevanda piccola e concentrata.
  • Il Mocha viene preparato con espresso, latte e sciroppo o crema di cioccolato, risultando più dolce e meno intenso. Il marocchino, invece, ha un gusto più deciso e una struttura più asciutta, grazie all’uso del cacao amaro.
  • Il marocchino viene servito in vetro, e la cura estetica della stratificazione è parte integrante dell’esperienza, mentre il mocha è spesso servito in tazza e può essere decorato con panna o schiuma di latte.

In sintesi, il marocchino è la versione “all’italiana” del mocha: più piccola, più intensa, più elegante.

Perché scegliere un Caffè Marocchino?

Il successo del Caffè Marocchino risiede nella sua capacità di offrire un’esperienza multisensoriale in un formato compatto. È la scelta ideale per chi:

  • Cerca un’alternativa all’espresso, senza rinunciare all’intensità del caffè.
  • Ama il gusto del cioccolato amaro e vuole una bevanda non troppo dolce.
  • Desidera concedersi una pausa golosa, visivamente appagante e veloce da consumare.
  • Apprezza le preparazioni curate, dove anche l’aspetto ha la sua importanza.

La possibilità di personalizzare la ricetta con topping, creme o variazioni regionali rende il marocchino una bevanda dinamica, che può adattarsi a gusti diversi e occasioni differenti.

Il Caffè Marocchino è molto più di una semplice variante dell’espresso: è una piccola opera d’arte liquida, che unisce tradizione e innovazione, gusto e estetica, intensità e dolcezza. Le sue radici piemontesi, la versatilità della ricetta e il suo fascino visivo ne fanno una delle bevande più amate e reinterpretate della caffetteria italiana contemporanea.

La prossima volta che ti trovi in un bar, prova ad ordinare un marocchino e lasciati sorprendere da questa piccola, deliziosa esperienza tutta italiana.

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