
Se vuoi sapere le ragioni e se il caffè alza la pressione qui troverai tutte le spiegazioni necessarie su questo aspetto. Il rapporto tra caffè e pressione alta è spesso oggetto di dibattiti, sia tra i professionisti della salute che tra i consumatori abituali. Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo e, proprio per la sua diffusione, è importante comprendere se il caffè alza o abbassa la pressione arteriosa.
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Per chi si chiede se il caffè alza o abbassa la pressione la risposta risiede nella caffeina, principale componente attivo del caffè, la quale è nota per stimolare il sistema nervoso centrale. Questa stimolazione provoca un aumento temporaneo della pressione arteriosa, soprattutto nei soggetti che non sono abituati ad assumerla regolarmente. Tuttavia, questo effetto non è uguale per tutti: entrano in gioco fattori come la sensibilità individuale, l’abitudine alla caffeina e la quantità consumata quotidianamente.
Gli effetti fisiologici del caffè e la pressione alta
Una volta ingerita, la caffeina viene assorbita rapidamente dal corpo e inizia ad agire entro un’ora. Stimola il rilascio di adrenalina, aumentando la frequenza cardiaca e la forza delle contrazioni del cuore. Questo si traduce, a livello vascolare, in un aumento della pressione sanguigna.
Tuttavia, nelle persone che consumano caffè con costanza, l’organismo sviluppa una sorta di tolleranza: l’effetto pressorio si attenua con il tempo, fino a diventare quasi irrilevante. Invece, per chi beve caffè solo occasionalmente, l’effetto può essere più marcato e percepibile.
Cosa dicono le ricerche scientifiche sul caffè e la pressione alta?
Diversi studi scientifici hanno esaminato l’impatto della caffeina sulla pressione arteriosa. Le ricerche suggeriscono che nei soggetti non abituali si può osservare un aumento momentaneo della pressione, con valori mediamente più alti di circa 8-10 mmHg per la sistolica e 5-6 mmHg per la diastolica. Nei consumatori abituali, però, queste variazioni sono molto più lievi o assenti.
Una relazione pubblicata sul New England Journal of Medicine ha evidenziato che il consumo regolare di caffè non è associato a un aumento del rischio di sviluppare ipertensione. Anzi, in alcuni casi, è stato persino associato a una leggera riduzione e il miglioramento della pressione e un consumo costante e prolungato eviterebbe proprio l’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Il caffè alza o abbassa la pressione? Fattori soggettivi
Non tutti reagiscono alla caffeina allo stesso modo. La risposta varia in base a numerosi fattori, come la genetica, l’età, l’assunzione contemporanea di farmaci e le condizioni generali di salute. Alcune persone metabolizzano la caffeina molto lentamente, mantenendo più a lungo gli effetti sul sistema cardiovascolare. Altri, invece, la smaltiscono rapidamente e non avvertono particolari variazioni.
È importante considerare che chi soffre di ipertensione dovrebbe monitorare attentamente la propria risposta alla caffeina, magari misurando la pressione prima e dopo il consumo di una tazzina di caffè.
Sebbene possa sembrare contraddittorio, in alcuni casi il caffè può contribuire a stabilizzare o addirittura abbassare la pressione arteriosa, se assunto regolarmente e in quantità moderate. Questo effetto può essere legato a proprietà diuretiche naturali, che favoriscono l’eliminazione di liquidi e sodio, oppure alla presenza di antiossidanti, capaci di migliorare l’elasticità delle arterie e la funzionalità endoteliale.
Non si tratta però di un effetto immediato: questi benefici emergono nel tempo, con un consumo regolare e moderato, non certo con dosi elevate o saltuarie. In caso di pressione alta è bene sempre seguire i consigli del medico sull’assunzione o meno del caffè.
Quanto caffè si può bere se si soffre di pressione alta
Le linee guida generali suggeriscono di non superare una tazzina al giorno se si è ipertesi. Se si soffre di ipertensione o si è particolarmente sensibili agli effetti della caffeina, come alternativa può essere utile optare per il caffè decaffeinato, che mantiene gusto e aroma avendo un impatto minore sulla pressione grazie ad una riduzione fino al 97% della caffeina. Gli studi dimostrano che il caffè decaffeinato ha un impatto minimo sulla pressione arteriosa, consentendo alle persone con ipertensione di gustare la loro bevanda preferita senza compromettere la salute cardiovascolare.
Oltre al caffè, esistono altre bevande e alimenti che contengono caffeina e che possono contribuire all’assunzione totale giornaliera: tè, bibite energetiche, cola, cioccolato fondente e alcuni integratori. Anche se singolarmente sembrano innocui, la somma di queste fonti può diventare significativa, soprattutto per chi ha una pressione instabile. Il caffè, se consumato con moderazione e consapevolezza, non è necessariamente dannoso per chi soffre di pressione alta. L’importante è non eccedere, osservare la risposta individuale del proprio organismo e, in caso di dubbio, confrontarsi con il proprio medico.