Giugno 23, 2025

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Scopri se il caffè decaffeinato fa male: guida informativa


Vuoi sapere se il caffè decaffeinato fa male? Qui potrai scoprire tutte le informazioni utili per un utilizzo consapevole di questa alternativa. Il caffè decaffeinato rappresenta un’opzione interessante per chi desidera gustare una tazza di caffè senza gli effetti stimolanti della caffeina. Ma è davvero una scelta sicura? Esistono effetti collaterali o rischi legati al suo consumo? Ecco una panoramica scientifica aggiornata sul tema, dove saranno esposte le tecniche di produzione, la composizione chimica e le possibili implicazioni per la salute.

Il caffè decaffeinato fa male davvero? Scopri le caratteristiche

Il termine “decaffeinato” indica un caffè al quale è stata rimossa la caffeina attraverso specifici processi chimici o fisici. I chicchi vengono trattati prima della tostatura per estrarre la caffeina, utilizzando metodi come solventi organici, come il diclorometano, tutt’ora il metodo più diffuso, e on l’acetato di etile, molto spesso etichettato come Sugar Cane decaff per renderlo più Green (proviene dalla fermentazione della canna da zucchero). O più recentemente con tecnologie avanzate come l’anidride carbonica in stato supercritico. I metodi più moderni permettono una decaffeinizzazione efficace senza lasciare residui pericolosi. Dopo il trattamento, i chicchi di caffè vengono lavati, essiccati e tostati, garantendo una sicurezza alimentare conforme alle normative europee.

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Anche se chiamato “decaffeinato”, questo tipo di caffè conserva una minima quantità di caffeina. La normativa USA prevede che venga tolto almeno il 97% della caffeina presente nel caffè verde originale per poterlo chiamare decaffeinato. La normativa europea, per quanto dia risultati simili prevede che la caffeina non superi lo 0,1% del peso del caffè verde, e del caffè tostato. Questo significa che una tazzina di caffè può contenere dai 2 ai 7 milligrammi di caffeina, una dose molto bassa ma comunque attiva, in alcuni casi, per persone particolarmente sensibili. Nonostante ciò, il caffè decaffeinato mantiene una buona parte degli aromi e delle sostanze benefiche presenti nel caffè tradizionale, offrendo una bevanda dal gusto piacevole e simile all’originale.

Solventi chimici nel caffè decaffeinato, possono far male?

Uno dei principali dubbi legati al caffè decaffeinato riguarda l’utilizzo di solventi chimici. In passato si è discusso molto sull’impiego del diclorometano, considerato potenzialmente cancerogeno. Tuttavia, oggi l’uso di questo solvente è fortemente regolamentato in Europa e spesso del tutto sostituito da metodi più sicuri, come l’anidride carbonica supercritica. I moderni processi industriali permettono una rimozione quasi totale dei solventi, e la tostatura contribuisce ulteriormente all’eliminazione di ogni residuo, il diclorometano evapora a 39,6° e in tostatura si raggiungono i 190°. Le analisi di laboratorio confermano che i livelli presenti nelle miscele di caffè sono ben al di sotto delle soglie considerate pericolose per la salute umana. Inoltre se si sceglie la qualità di CaffèLab, sia per il caffè decaffeinato che per il caffè monorigine, tutte le caratteristiche della pianta vengono conservate mantenendo i suoi benefici.
caffè decaffeinato fa male

Il caffè decaffeinato non fa male: benefici per la salute

Dal punto di vista nutrizionale, il caffè decaffeinato presenta alcune differenze rispetto a quello tradizionale. Durante il processo di estrazione della caffeina, una parte dei composti bioattivi può essere eliminata o modificata. In particolare, si registra una riduzione dei diterpeni come cafestolo e kahweolo, molecole implicate in effetti benefici per il fegato e il sistema cardiovascolare. Tuttavia, gran parte dei polifenoli e degli antiossidanti, tra cui gli acidi clorogenici, rimangono inalterati, garantendo comunque un certo valore nutrizionale e potenziali effetti protettivi contro lo stress ossidativo.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che il caffè decaffeinato può portare benefici per la salute in molte categorie di persone. È stato associato a una riduzione del rischio di diabete di tipo 2, con effetti positivi anche sulla salute epatica, grazie alla diminuzione degli enzimi epatici circolanti. Ricerche recenti suggeriscono che il decaffeinato può contribuire alla protezione del sistema cardiovascolare, riducendo la probabilità di sviluppare patologie come ictus e infarti. Inoltre, alcuni studi osservazionali indicano una possibile azione preventiva nei confronti delle malattie neurodegenerative, grazie alla presenza di composti antiossidanti che agiscono sul sistema nervoso.

Sebbene sia generalmente ben tollerato, il caffè decaffeinato può causare disturbi in alcune persone sensibili. Alcuni consumatori riportano sintomi come acidità gastrica o reflusso gastroesofageo, in parte dovuti ai polifenoli e non alla caffeina. Anche il colon irritabile può essere influenzato da alcune componenti del decaffeinato. In individui molto sensibili, anche la piccola quantità residua di caffeina può provocare agitazione o difficoltà a dormire. In gravidanza, nei soggetti con pressione alta o problemi cardiaci, il decaffeinato rappresenta comunque una scelta più prudente rispetto al caffè classico, pur richiedendo sempre una certa moderazione. Per le persone con condizioni di salute particolari è sempre meglio rivolgersi al proprio medico per un consulto accurato e specialistico.

Il caffè decaffeinato con diclorometano è spesso anche decerato, e questo lo rende più digeribile Le cere possono essere irritanti per lo stomaco di soggetti sensibili. La loro rimozione rende il caffè più adatto a chi soffre di gastrite o reflusso.

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