
Colombia BIO
Kappynama
Se ami la tipica abitudine all’italiana di sorseggiare un buon caffè è ti chiedi a che età si può bere il caffè, qui troverai una panoramica chiara per comprendere le motivazioni di questo limite. Il caffè è una delle bevande più diffuse al mondo, apprezzata per il suo gusto intenso e per gli effetti stimolanti legati alla caffeina. Tuttavia, quando si parla di consumo nei bambini e negli adolescenti, la questione si fa complessa. A che età si può iniziare a bere caffè senza rischi per la salute? La risposta non è univoca, ma si basa su evidenze scientifiche e linee guida nutrizionali internazionali che considerano lo sviluppo fisiologico, neurologico e metabolico dei più giovani.
La caffeina è uno stimolante naturale del sistema nervoso centrale. Negli adulti, il consumo moderato è generalmente considerato sicuro e può anche offrire benefici cognitivi. Tuttavia, nei bambini e negli adolescenti, il metabolismo della caffeina è meno efficiente e il sistema nervoso è più sensibile agli stimoli esterni. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of the American Academy of Pediatrics, nei soggetti in età evolutiva la caffeina può causare insonnia, irritabilità, aumento della pressione sanguigna e disturbi dell’attenzione.
Secondo la Health Canada, le dosi giornaliere di caffeina ritenute sicure per i bambini variano in base all’età e al peso corporeo. Per esempio, si raccomanda un limite massimo di 45 mg al giorno per i bambini tra i 4 e i 6 anni, 62,5 mg per quelli tra i 7 e i 9 anni e 85 mg per i 10-12 anni. Considerando che una tazzina di caffè espresso contiene in media circa 80 mg di caffeina, è evidente che anche una sola porzione può superare le soglie raccomandate.
Anche l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha espresso preoccupazione in merito al consumo di caffeina nei bambini e negli adolescenti, sottolineando il rischio di effetti avversi legati al sonno, all’ansia e alla dipendenza da stimolanti. Oltre a tardare il più possibile il consumo di caffè nei soggetti più giovani è consigliabile l’utilizzo di miscele di caffè di qualità che mantengano le proprietà organolettiche della pianta. Inoltre è possibile anche avvalersi dell’utilizzo di caffè biologico coltivato senza l’utilizzo di fertilizzanti chimici e per questo più salutare.
Durante l’adolescenza, il desiderio di emulare i comportamenti degli adulti porta molti giovani ad avvicinarsi al caffè. Tuttavia, gli studi suggeriscono cautela. Una ricerca pubblicata su Pediatrics ha evidenziato che il consumo regolare di caffeina nei teenager può alterare i ritmi circadiani e peggiorare la qualità del sonno, con effetti negativi sul rendimento scolastico e sull’umore. In particolare, la caffeina interferisce con la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia.
Non esiste una legge che stabilisca un’età minima per bere caffè, ma gli esperti consigliano di evitare l’introduzione di questa bevanda prima dei 12-14 anni, e di farlo comunque con moderazione. Alcuni nutrizionisti indicano i 16 anni come età ragionevole per iniziare a consumare saltuariamente il caffè, purché in quantità contenute e preferibilmente al mattino, per ridurre l’impatto sul sonno.
Inoltre, va considerato che l’adolescente è spesso esposto ad altre fonti di caffeina, come bibite energizzanti, tè, cioccolato o bevande gassate. L’effetto cumulativo può portare facilmente a un sovradosaggio, con sintomi che vanno dal nervosismo ai disturbi gastrointestinali.
Il caffè decaffeinato viene talvolta proposto come soluzione per introdurre gradualmente i giovani alla bevanda. Anche se contiene una minima quantità di caffeina (di solito meno di 3 mg per tazza), gli esperti consigliano di valutare caso per caso. Sebbene il decaffeinato riduca il rischio di effetti stimolanti, resta comunque una bevanda con un sapore amaro, talvolta associato culturalmente al mondo adulto, e può favorire abitudini precoci legate al consumo di stimolanti.
La scienza suggerisce di posticipare il consumo regolare di caffè almeno fino alla tarda adolescenza, preferibilmente dopo i 16 anni, evitando comunque l’assunzione quotidiana. Per i più piccoli, anche un’assunzione occasionale può avere ripercussioni significative, motivo per cui è sconsigliata.
Il ruolo dei genitori, degli educatori e dei pediatri è fondamentale per promuovere una cultura del consumo consapevole, non solo del caffè ma di tutte le sostanze che agiscono sul sistema nervoso. Una corretta informazione, basata su fonti scientifiche attendibili, è la chiave per proteggere la salute e il benessere delle nuove generazioni.