Giugno 6, 2025

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Caffè per il mal di testa: benefici, limiti ed evidenze scientifiche


La maggior parte delle persone che soffrono di emicrania o dolori del genere, si interrogano su quale sarebbe l’effetto del caffè per il mal di testa. Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo e da tempo viene considerato un possibile rimedio contro il mal di testa. La sua efficacia, tuttavia, non è frutto di credenze popolari ma è supportata da studi scientifici che hanno analizzato il ruolo della caffeina nella modulazione del dolore. Scopriamo nel dettaglio come il caffè può influire sul mal di testa, con riferimento a dati clinici e indicazioni medico-scientifiche.

La caffeina come principio attivo nel caffè per il mal di testa

Il principale composto attivo del caffè è la caffeina, una sostanza appartenente alla classe degli alcaloidi purinici. Dal punto di vista farmacologico, la caffeina agisce come antagonista competitivo dei recettori dell’adenosina, una molecola implicata nella regolazione del sonno e nella dilatazione dei vasi sanguigni cerebrali. Quando l’adenosina si lega ai suoi recettori, induce una vasodilatazione e una sensazione di sonnolenza. La caffeina, bloccando questi recettori, causa invece vasocostrizione, ovvero restringimento dei vasi cerebrali, un meccanismo utile nel contrastare alcuni tipi di mal di testa, in particolare l’emicrania e la cefalea tensiva.

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Caffè e mal di testa: cosa dice la ricerca

Numerosi studi hanno esplorato l’effetto della caffeina sul dolore emicranico. Una revisione pubblicata su The Journal of Headache and Pain (2017) ha evidenziato che l’associazione di caffeina con analgesici da banco (come paracetamolo o ibuprofene) può migliorare significativamente l’efficacia del trattamento nel ridurre la durata e l’intensità del mal di testa episodico. L’effetto sinergico è attribuito alla capacità della caffeina di aumentare l’assorbimento e la biodisponibilità dei farmaci analgesici, oltre a contribuire essa stessa all’effetto antidolorifico.

Un’altra ricerca pubblicata su Cephalalgia (la rivista della International Headache Society) ha osservato che una dose moderata di caffeina (circa 100-130 mg, l’equivalente di una tazzina di caffè espresso) può ridurre significativamente i sintomi dell’emicrania nelle sue fasi iniziali. Tuttavia, è fondamentale evidenziare che questi benefici sono stati rilevati soprattutto in soggetti che non consumano elevate quantità di caffeina abitualmente.

caffè per il mal di testa

L’effetto paradosso: quando il caffè peggiora il mal di testa

Se da un lato il caffè può aiutare a ridurre il dolore, dall’altro un consumo eccessivo o l’interruzione improvvisa dell’assunzione di caffeina può diventare un fattore scatenante per il mal di testa. Secondo alcuni studi il cosiddetto “caffeine rebound headache” (mal di testa da sospensione della caffeina) è un fenomeno comune nei soggetti che assumono grandi quantità di caffè per lunghi periodi e poi smettono bruscamente. 

Questo tipo di cefalea è causato da una vasodilatazione compensatoria dei vasi cerebrali dopo la sospensione della caffeina. Inoltre, un’assunzione regolare superiore ai 400 mg al giorno (equivalente a circa 4-5 tazze di caffè) può rendere il sistema nervoso centrale più suscettibile al dolore e favorire l’insorgenza di cefalee croniche.

L’importanza di una miscela di caffè di qualità non è un fattore da trascurare. Migliori sono i chicchi di caffè e maggiori saranno le proprietà organolettiche conservate nella bevanda.

Il caffè fa passare il mal di testa? I dosaggi consigliati

L’uso del caffè come coadiuvante nel trattamento del mal di testa deve essere sempre valutato in relazione al profilo individuale del paziente. Gli esperti consigliano di non superare i 200 mg di caffeina al giorno per ridurre il rischio di effetti collaterali nei soggetti più vulnerabili.

Per chi soffre di mal di testa frequente, è importante mantenere un consumo di caffeina stabile e moderato nel tempo, evitando sia l’eccesso che l’astinenza improvvisa. In alcuni casi, i neurologi consigliano di limitare l’assunzione a 1-2 tazzine al giorno e di non utilizzare il caffè come rimedio esclusivo, ma in sinergia con un’adeguata terapia farmacologica. Come sempre, è consigliabile rivolgersi al proprio medico per ricevere indicazioni personalizzate, soprattutto in presenza di cefalee ricorrenti o croniche.

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