Dicembre 10, 2025

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Caffè africano: evoluzione delle piantagioni del caffè in Africa


La storia del caffè africano e mondiale, affonda le sue radici nelle foreste tropicali dell’Africa orientale, precisamente nella regione storica chiamata Kaffa (oggi in Etiopia), da cui deriva il nome latino del genere: Coffea arabica. Secondo la leggenda, fu un pastore di nome Kaldi a notare, molti secoli fa, l’effetto energizzante delle bacche su un gruppo di capre che avevano mangiato i frutti dell’arbusto: tali bacche avrebbero dato loro una vitalità inaspettata, spingendo Kaldi stesso a provarle.

Da quelle foreste selvatiche, la Coffea arabica iniziò a essere raccolta, all’inizio in ambiente naturale, prima dell’avvento di coltivazioni strutturate. Col tempo, i semi furono trasportati in Yemen e nel resto della penisola arabica, da dove si diffuse in tutto il mondo. Questo viaggio trasformò un arbusto autoctono d’Africa in una commodity globale, amata in ogni angolo del globo. Ogni miscela di caffè proveniente dall’Africa racconta una storia che sa di origini e tradizioni storiche. Dalle fattorie africane infatti nascono i migliori caffè specialty presenti nello shop di CaffèLAB.

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Specie di caffè in Africa: Arabica e Robusta

Del vasto genere Coffea fanno parte decine di specie di piante di caffè, ma quelle che rivestono importanza economica e commerciale a livello internazionale sono principalmente due: Coffea arabica e Coffea canephora, meglio nota come Robusta.

  • Arabica, originaria dell’Etiopia e regioni limitrofe, cresce spontanea nelle foreste ad altitudine relativamente elevata ed è apprezzata per aromi complessi, corpo elegante e minor contenuto di caffeina rispetto alla Robusta. Rappresenta circa il 70% della produzione mondiale.
  • Robusta, invece, si trova nelle zone sub‑equatoriali dell’Africa occidentale e centrale: pianta più resistente, con resa maggiore e contenuto di caffeina superiore, ma con profilo aromatico e organolettico generalmente meno raffinato. La sua produzione rappresenta circa il 30% di quella mondiale.

C’è anche la specie Liberica che viene prodotta in minori quantità circa il 2-3% della produzione mondiale. Ha un gusto particolarmente fruttato e intenso con un retrogusto deciso.

Questa diversità botanica consente all’Africa di offrire un ventaglio ampio di caffè: da arabica di altissima qualità a robusta destinata a miscele e mercati di massa.

Territori e piantagioni di caffè in Africa: dove cresce

Tra i paesi africani più celebri per la produzione di caffè spicca senz’altro l’Etiopia, considerata la culla storica del caffè. Oggi l’Etiopia è il primo produttore africano: con circa 496.200 tonnellate prodotte nel 2022, rappresenta una fetta significativa del mercato globale. Milioni di piccoli agricoltori spesso su piccole piantagioni familiari, dedicano il loro lavoro al caffè, e molte delle coltivazioni avvengono ancora a mano, secondo metodi tradizionali. Da queste piantagioni nascono anche i caffè monorigine di CaffeLAB con delle caratteristiche uniche e produzioni davvero rare.

Le aree di coltivazione in Etiopia sono le regioni meridionali e sud-occidentali come Sidamo (con la rinomata sottoregione Yirgacheffe), Harrar, Limu, Guji (Hambela) e la provincia di Kaffa: altitudini elevate, terreni fertili e clima ideale per arabica di qualità. Non è raro trovare ancora alberi selvatici che testimoniano la biodiversità originaria della Coffea arabica.

Altro paese di rilievo è il Kenya, le cui piantagioni si trovano in altopiani intorno al Mount Kenya e in zone montuose come le Aberdare Range, Kisii, Nandi, Kericho e altri distretti. Qui, l’elevata altitudine, il terroir e un attento sistema di lavorazione consentono la produzione di arabica dall’aroma intenso, corpo pieno e acidità penetrante.

Altri paesi, come l’Uganda o la Repubblica Democratica del Congo, coltivano sia Robusta sia Arabica, spesso in piccole fattorie o comunità agricole, contribuendo alla varietà del patrimonio caffeario africano.

caffè africano

Vita delle piantagioni di caffè africano: metodi, sfide e qualità

Le piantagioni africane sono spesso composte da piccole aziende agricole, gestite da famiglie o cooperative, che lavorano manualmente la raccolta e la lavorazione. In molti casi, la semina e la cura delle piante rispettano condizioni ambientali, come l’ombra naturale e l’interazione con ecosistemi locali, contribuendo a una produzione sostenibile.

La raccolta dei frutti avviene generalmente una volta l’anno, su alberi che fioriscono e fruttificano secondo i ritmi stagionali. I chicchi maturi, detti “ciliegie”, sono raccolti a mano, separati, puliti (nel caso dell’Arabica “washed”) o lasciati ad essiccare con la polpa (metodo “naturale”), e infine selezionati per dimensione, densità e qualità.

Tali pratiche artigianali e laboriose influiscono profondamente sul profilo aromatico finale: l’altitudine, il clima, la varietà botanica e la cura in post‑raccolta concorrono a definire l’unicità del caffè africano, spesso caratterizzato da note fruttate, floreali, acidità vivace e corpo armonico, in particolare negli arabica da altopiani come quelli etiopi o keniani.

Il valore economico e sociale del caffè in Africa

Il caffè non è solo un prodotto agricolo — per molte comunità africane rappresenta una fonte essenziale di sostentamento. In Etiopia, ad esempio, milioni di persone dipendono direttamente o indirettamente dal caffè: un’intera generazione trae reddito da questa coltivazione, che contribuisce in larga misura all’export nazionale e all’economia rurale.

Nei paesi produttori, le piantagioni spesso rappresentano l’unica opportunità di lavoro stabile per molte famiglie, nonché un legame con tradizioni antiche, biodiversità e territorio. Il mantenimento di piccole piantagioni, spesso a gestione familiare, favorisce una distribuzione economica più equa rispetto a monoculture industriali e aiuta a preservare varietà locali di Coffea, molte delle quali possiedono caratteristiche genetiche uniche, spesso definite “heirloom”.

Il continente africano non è solo la culla storica del caffè, ma rappresenta tuttora una fonte insostituibile di qualità, biodiversità e identità agricola. Le piantagioni, spesso modeste, frammentate, ma ricche di storia, custodiscono varietà botaniche uniche, coltivate secondo tradizioni centenarie e metodi rispettosi dell’ambiente.

Per noi appassionati e professionisti del caffè, esplorare l’Africa come origine del caffè significa comprendere l’anima stessa di ciò che beviamo: un miscuglio di natura selvaggia, lavoro umano, terra e cultura. Nel valorizzare queste origini contribuiamo non solo a gustare una bevanda d’eccellenza, ma anche a sostenere comunità e biodiversità insostituibili.

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